“DIARIO SPIRITUALE”

 

ULTIMO DONO DI PADRE LUIGI NICOLA MONACO

 

a cura di Ennio Riolo

 

 

Un giorno fu chiesto a padre Luigi che cosa si augurava dai suoi scritti in prosa e in versi. Ecco la risposta: “Che facciano un po’ di bene!”. A dieci anni dal 4 febbraio 1993, due persone che hanno avuto un affetto intenso e sincero per il frate tragicamente scomparso ci consentono di conoscere la prima parte del suo Diario spirituale che percorre tutto il 1962. E così a quel bene degli scritti in vita se ne aggiunge altro lasciato in eredità. Di ciò dobbiamo essere grati al professore Rocco Pititto e alla professoressa Silvia Riviezzo. Non so esattamente il ruolo svolto da ciascuno di loro nel recuperare quei bagliori di introspezione fissati dall’autore in vecchi quaderni. Poco importa. Nessuno dei due me ne vorrà se li considero alla pari meritevoli di riconoscenza.

Fanno da introduzione al diario, la cui pubblicazione non dovrebbe tardare, alcuni versi della Riviezzo che testimoniano il dolore di una creatura per aver perduto la guida spirituale a cui affidarsi con fiducia: Stammi vicino ora,/ come quando il silenzio/ ci univa e sapevo/ che c’eri, per quanto/ fossi lontano.

Tenace era la volontà di padre Luigi di andare incontro a Dio con il cuore libero dalle umane miserie. Eccone alcune testimonianze.

 

3 gennaio 1962: Voglio vivere la vita dei salmisti e dei profeti: vivere sempre alla presenza del mio Dio e invocare costantemente il suo aiuto.

 

10 gennaio 1962: Non sono contento di me stesso. Mi manca la perseveranza e la calma. Mi sorveglio a lungo, resisto, ma cado all’improvviso… . Mio Dio perdonami.

 

12 gennaio 1962: Diventerò quel frate silenzioso e ritirato, pieno di carità e di comprensione per tutti?

 

15 gennaio 1962: Da mattina a sera mi assilla come un tarlo roditore il pensiero della perfezione.

 

26 gennaio 1962: Fra sei mesi dovrò emettere i voti solenni e non mi sento tranquillo.

 

6 giugno 1962: Sono abbattuto, scoraggiato per diversi motivi. Non sono per nulla migliorato, nonostante i proponimenti rinnovati con tanto ardore.

 

8 giugno 1962: Dedico a Te, mio Amore, questi primi pensieri del novello giorno. Vorrei prometterti che farò sempre così ogni mattina, ma non oso.

 

O Signore, oggi è il giorno della Tua passione: io cosa ho fatto per Te? Niente di niente…Anzi ho contribuito alla tua crocifissione…

 

12 giugno 1962: Man mano che scopro nuove verità con il tuo potente aiuto, mi accorgo, o Signore, che esse sono già in me e aspettano di essere dissotterrate.

 

15 giugno 1962: Gesù perdonami!…Come io ho potuto dimenticarmi, sebbene momentaneamente, di Te?

 

19 giugno 1962: Sì, o Signore, devo cercarti in me stesso, onde comunicarti agli altri. Fai tacere nel mio intimo tutte le passioni, gli odi, le gelosie, i rancori.

 

2 dicembre 1962: Mi è duro, ci soffro sensibilmente, quasi visibilmente, il trattare con indifferenza i fratelli, il mostrare ad essi anche per pochi istanti una mia reazione…

 

24 – 25 dicembre 1962: Immancabilmente Gesù scende a consolarmi, a nutrirmi della sua carne…ed io cresco sotto la sua grazia e il suo amore.

 

Animo missionario: lo era senza dubbio quello di padre Luigi. Ma il suo proposito di portare il Vangelo in terre lontane e in cuori vuoti di Cristo non si è realizzato.

 

19 febbraio 1962: Sono stato a Napoli, ho visto i missionari che partivano. Mi sono commosso. Chissà se avrò il coraggio di andare anch’io tanto lontano. Li considero degli eroi… E’ stato commovente l’addio, ma essi erano tranquilli e apparentemente sereni. A cosa si pensa in quei momenti?

 

15 marzo 1962: Abbiamo formato il Circolo Missionario: un giorno andrò anch’io in terra di Missione…forse morirò martire…

 

5 dicembre 1962: Vado preparando la lettera di addio ai missionari padre Michele e fra Angelico che lasceranno l’Italia il 10 c.m. Sarà il terzo scaglione che partirà alla volta del brasile, nell’anelito sublime di convertire le anime.

 

8 – 9 dicembre 1962: La consegna del Crocifisso ai missionari mi ha commosso: ho pianto! Il mio desiderio di andare in terre lontane è sempre ardente…ma ho poca fiducia: son tanto debole…tanto misero.

 

10 dicembre 1962: I missionari sono partiti contenti…il Signore li benedica e la Madonna li guidi. Molti dei miei compagni sperano di partire anche loro: io ho ormai perso la fiducia per un complesso di cose. Il Signore provvederà.

 

26 –29 dicembre 1962: Domani, probabilmente, tirerò fuori le vecchie domande per le Missioni. Son quasi sicuro che non verrò mandato, tuttavia io mi sento spinto verso quelle terre: faccio la domanda, i superiori decidano secondo il loro parere al quale mi sottometterò ciecamente, nella loro decisione voglio vedere  unicamente la volontà di Dio.

 

Come ogni animo cristianamente orientato all’eternità, anche quello di padre Luigi è attraversato da pensieri di morte, amica sulla soglia della Vita.

 

16 gennaio1962: Forse morirò presto non attuando i miei sogni.

 

10 maggio 1962: Poi verrà la morte per me, cosa che Tu conosci, che io ignoro, sebbene per essa io viva:l’uomo non è nato per morire, per ritornare cioè alla sua sorgente amorosa dopo aver amato su questa terra?

 

3 agosto 1962: Io non so il giorno, l’ora, il minuto, il modo della mia morte. Sii con me misericordioso e ricordati che sono un misero peccatore.

 

4 dicembre 1962: Dammi di morire del desiderio di amarti: è questo il martirio che io desidero con il placet della Tua adorabilissima volontà.

 

Il desiderio spasmodico di una perfezione umana che facesse da preambolo alla santità non ha mai abbandonato padre Luigi.

 

3 dicembre 1962: Fragile è la barca che mi guida verso la dimora eterna: i marosi e le tempeste mi cullano paurosamente, ma io ho fiducia del nocchiero…

 

4 dicembre 1962: Dammi di sfruttare attimo per attimo l’esistenza che mi concedi e non permettere ch’io non avverta il tuo passaggio nel mio cuore.

 

8 – 9 dicembre 1962: Nella giornata di ieri ho ricevuto due ammaestramenti, anzi mi son confermato in un’idea che avevo da tempo: per predicare bene non basta essere dotto, ma bisogna sentire ciò che si dice: essere santi.

 

Chiudo questa breve antologia con le parole dedicate da padre Luigi alla sua Professione solenne. Sono da meditare come le altre. Soprattutto perché vengono da un giovane di ventidue anni.

 

16 settembre 1962: Con piena consapevolezza, con entusiasmo e amore mi son donato per tutta la mia vita al Signore che mi creò.

Ho pregato per tutti: per il Concilio, per l’Ordine, confratelli, parenti, missionari, per tutti coloro che si son raccomandati alle mie preghiere.

Ho pregato per il fratello della mia anima, ho permesso al Signore di offrirmi in salvezza dei miei fratelli lontani dal Cuore di Gesù.

Un solo proposito: più meditazione!

I miei sono intervenuti numerosi, contenti; tutti si son comunicati ed hanno pianto di gioia. Le poche parole che ho rivolto ad essi sono state semplici ed edificanti.

Che il Signore mi benedica e che io possa meritare il suo amore.

O Gesù, sposo divino delle anime, mio conforto, luce, e felicità, Tu che conosci tutti i reconditi sentimenti del mio cuore, fa’ che io continui su questa linea di condotta nel tuo servizio fedele e infiammato d’amore.