In nome della speranza è nato questo giorno; un giorno come gli altri ma anche tanto diverso. Non si vive mai allo
stesso modo; il ritmo dell’esistenza non sarà mai
identico; mai lo stesso il palpito del nostro cuore e quello della natura, mai
simile sarà il canto delle stagioni, pure se l’impressione è quella di ripetere
sempre la stessa strada e percorrere i medesimi sentieri. Non si vive che una
volta, ma questo vivere è nell’attimo che passa, nel minuto che ti assorbe, nel dolore che ti opprime, nell’amore che ti
consola, nella speranza che ,non muore.
E’ sempre così: malediciamo la vita ma finiamo per viverla fino in fondo; diciamo che tutto va male,
tragicamente finiamo con l’adattarci; crediamo di essere i primi, anche se
l’esperienza quotidiana ci condanna alla sconfitta e all’ultimo posto.
In nome della speranza recitiamo il nostro credo di
uomini un po’ delusi, affaticati e scoraggiati per la pesantezza del nostro
essere, ormai incapace di volare oltre le bestie, impotente nella volontà,
imprigionato nel tempo e dallo spazio, chiuso in un orizzonte troppo meschino.
In nome della speranza invochiamo la nostra dignità
umana, perché un ritorno alle sorgenti soddisfi la
nostra sete, sazi la nostra fame, ci dia lo sguardo e la
forza di tornare ad essere uomini, a guardarci là dove non c’è casa per la
menzogna, non c’è spazio per la disperazione.
La speranza è il mio
credere, la speranza è la mia fede!
Il giorno che nasce, il sole che sorge, la primavera
che ritorna, la pioggia che cade, il contadino che semina, l’uomo che parte, la
fanciulla che cresce, il mercante che vende, la donna che attende, il frate che
prega, il malato che soffre, il medico che opera, l’emigrante che
torna: realtà che ha il nome della speranza e anima che è la speranza. Le
stesse identiche cose, quelle antiche e quelle di oggi, ma tutte con l’abito
nuovo della speranza, con la forza travolgente di
questa virtù così umana e così divina da unire credenti e non, nello sforzo concorde,
integrante, quotidiano, di continuare, nonostante tutto, a vivere questa nostra
esistenza celebrata in una lotta così sofferta quanto profonda.
In nome della speranza poniamo il seme nel seno,
nudo, freddo, materno della terra e tranquilli attendiamo il suo saluto di
vita, al bacio del sole: una speranza che si fa certezza, una fede già presente
nella speranza.