Venduto o tradito?

Un giorno ti sarà chiesto: cosa hai fatto di Cristo?

Forse le tue orecchie non riconosceranno questo suono: da tempo sono assuefatte ad altre voci.

Forse non saprai cosa rispondere, perché questa domanda ti giungerà all'improvviso e ti troverà impreparata. Così anima mia, resterai a bocca aperta, come un bambino all'udire la prima volta l'eco. Continuerai la tua corsa dietro le farfalle del mondo e le fantasie del tuo cuore.

Forse questa domanda — cosa hai fatto di Cristo? — ti farà paura, e tremando, sola, lontano dagli amici ti dispererai.

Cosa hai fatto di Cristo che ti ha liberata con il battesimo, che ti ha nutrita con il suo corpo e il suo sangue, che ti ha consacrata nella cresima, sua testimone, sua pia donna?

Cosa hai fatto di lui che tante volte ti ha abbracciata, pecorella timida, smarrita, paurosa, sempre pentita, mai penitente? Dov'è quel Cristo che ti ha deputata alla vita sociale con il matrimonio e ti ha inviata al mondo, messaggera di pace e di amore, nel sacerdozio?

E un rosario che tu, anima mia, non eri più abituata a recitare.

Altri ritornelli sono sulle tue labbra, altri canti nel tuo cuore.

Questi canti, quei ritornelli hanno sepolto la voce di Cristo in te!

 

Questa domanda giungerà alla tua coscienza quando meno te l'aspetti. Ti porterà il profumo dei ricordi lontani, nella trasparenza del tempo: quella volta che hai pianto dopo il primo bacio; il turbamento del primo cedimento; la sorpresa della prima lettura pornografica. Ricordi? Quale guerra in te, nella tua coscienza, quale cadaverico pallore sul tuo volto. Il tuo essere cominciava a dividersi in due, come il cuore di Giuda tra Cristo e i poveri. Come Giuda iniziavi a contrattare Cristo.

Oggi, ormai è passato tanto tempo, tu continui. Hai vinto la prima naturale resistenza e ti è sempre più facile venire al compromesso. Cristo è diminuito nel tuo cuore e nella tua valutazione. Come ogni mercé, è scaduto nella borsa, è fuori moda, vale poco. Meno di un bacio erotico, meno di un abbraccio peccaminoso, meno di un sorriso negato, meno di una rinuncia, di un sacrificio. Per te vale poco; e ciò che poco vale, si da per poco, forse per niente. Il tuo cuore è una tomba: Cristo vi è dentro, morto. Anima mia.

 

Cos'è ormai per te Cristo, che lo dai via senza pensarci?

Cos'è per te Cristo, se non riesci a decifrarne il suo volto?

Chi è per te Cristo, se non ti lasci assorbire da lui?

Forse non l'hai ancora venduto completamente. Da buona massaia hai pensato al domani e così lo hai posto in banca perché fruttificasse. Sei più tranquilla e serena: il Cristo l'hai posto in buone mani! Ogni tanto lo richiami alla tua coscienza, specie quando vivi inutilmente... Fai come tanti banchieri, così sei sicura che il tuo tesoro è sotto controllo.

Un giorno andando alla banca della tua coscienza, potranno dirti che un'altra ha ritirato il tuo interesse.

Cristo quando vuole si allontana da sé, anche da una coscienza, come un giorno si nascose agli occhi dei Giudei, alla festa della dedicazione del Tempio.

Forse, non hai ancora perso la tua sensibilità, anima mia, e il Cristo l'hai messo nella tua cassa-forte personale, l'hai accantonato tra le memorie dell'infanzia. Ricorri a lui per tacitare la tua coscienza facendo elemosine ai poveri, consolando gli afflitti. Stai attenta: potrai avere la medesima sorpresa; trovarti cioè senza la sua immagine quando la cercherai.

 

Chi sa quando mi si farà questa domanda: cosa hai fatto di Cristo?

E terribile non saperlo. Ma già ora tremo e mi pare di aver chiuso Cristo sotto chiave, più, di averlo portato alla banca come si fa con un capitale. Ma forse avevo veramente cominciato a venderlo, come una cosa ingombrante, un vestito logoro, vecchio; a tradirlo e trascurarlo come un amico incomodo, esigente, geloso.

Questa domanda mi è stata fatta ora. Per me cristiano il tempo è una realtà molto relativa. Quindi ora, che ho fatto del mio Cristo?

Se rovisto nella mia casa non lo trovo, da nessuna parte, neppure sul soffitto dove molte volte l'ho nascosto, depositato. Trovo altre cose: foto di vecchi amori, immagini di divi, dive e assi sportivi; i fiori profumati dell'amico nel libro, la rosa nel diario, il completo per il trucco nella borsetta passata di moda, il mio viso senza vita nello specchio: un viaggio di nostalgia, per un mondo vano.

Ma lui non c'è! Non ama stare in mezzo a questa cianfrusaglia.

Ho girato tra le mie amiche e gli amici e neppure l'ho trovato. In questa vedevi i capelli lunghi, morbidi; in quello il corpo atletico; negli occhi dell'uno e dell'altra una sete d'amore, come di aria il moribondo.

Ma Cristo non c'era. Del resto io non l'avevo lasciato in loro custodia... Avevo dato a questi ben altro. È strano. So che Dio è in terra, in cielo, in ogni luogo. So che Cristo è presente in corpo, sangue, anima e divinità nell'eucarestia e gloriosamente in cielo. Ma in cielo non ci posso andare, non so la via. Nell'eucarestia? Ho rinunziato da tempo a questo incontro. Ora, dopo tanto tempo, non mi riconoscerebbe neppure più lui, Gesù. Ma sono io che non voglio andare. Per me non ha senso la sua presenza silenziosa, immobile, come Lazzaro nella tomba.

 

Mi convinco che veramente ho perso Gesù. L'ho venduto quasi senza accorgermene, scusandomi con la tentazione, con la malattia, con la crisi. L'ho lasciato solo, abbandonato da qualche parte e non lo ritrovo. Avrà trovato qualche altro compagno di viaggio, si sarà fatto lui stesso compagno a qualche sventurato, come con i discepoli di Em-maus; chi sa, questo suo amico sarà più fedele, più saggio, più buono. Spero che non lo tradisca come me. Mi auguro che non lo lasci mai solo.

Ho perso Cristo. Ho venduto Cristo. Ho paura di me stesso. Solo oggi mi accorgo di aver paura di questa assenza. Temo la mia solitudine e il mio peccato. Son solo, come un cadavere nella tomba. Una donna aveva dieci dramme e ne perse una. Era di sera e non volle attendere la mattina per ritrovare la sua dramma. Non avrebbe chiuso occhio. Così accese la lucerna, spazzò la sua casa e cercò attentamente. Ritrovò il suo tesoro e fece grande festa.

 

Accendiamo anche noi la lucerna della nostra fede e della nostra perseveranza. Spazziamo dal nostro cuore ogni peccato e purifichiamo la nostra coscienza da tutte le iniquità.

Il Cristo sepolto in noi, quel Cristo perduto, quel Cristo venduto, risorgerà in noi, con tutta la potenza e lo splendore della mattina di resurrezione.

 

P. Luigi Monaco