GIOVENTU’ FRANCESCANA – NAPOLI
CORSO DI FORMAZIONE
DESTINATARI: Consiglio Regionale
Consigli locali
Due Rappresentanti
delle fraternità
TEMA: ANIMAZIONE
RELATORE: Fra’ Luigi Monaco
2a RELAZIONE
La formazione e l’animazione sono fattori di vita che inglobano totalmente l’uomo.
Ora vogliamo vedere le fasi di una riunione generica.
Ad esempio: ci troviamo
in 15-20 persone e non ancora siamo parte della Gi. Fra.; ci troviamo insieme
una domenica pomeriggio e tra di noi c’è un’animata discussione sul “che cosa fare”, subito emerge tra di noi
una persona che “si mette in luce” per le sue qualità e tutti ci
sentiamo trascinati da lui tanto da fare quello che lui ha proposto: questa è
una riunione generica.
Altri esempi semplici possono essere: la riunione scolastica, il consiglio di classe, e cosi via.
Sono cose semplici ma
talvolta non ne teniamo conto e dimentichiamo che nella semplicità esiste tanta
saggezza.
Infatti, è proprio
attraverso queste semplici “forme di riunione” che si può capire bene i meccanismi socio-psicologici, tipici
della dinamica di gruppo che si
nascondono dietro all’”incontro fraterno”.
Fondamentale in
qualsiasi tipo di riunione è la PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO dalla quale
l’animatore non può esimersi.
Essa è fondamentale sia
nelle riunioni–discussioni che concernono una “decisione collegiale” (le
cosiddette “riunioni importanti” o Assemblee) ma anche in quelle riunioni che
hanno per scopo la discussione.
Nella riunione–discussione, dopo la presentazione del soggetto c’è la cosiddetta “PROGRESSIONE ANALITICA” fondata sull’applicazione successiva dei tre verbi:
Per la discussione è
fondamentale una presenza costruttiva dell’Animatore il quale non può limitarsi
a presentare il soggetto in maniera chiara e limpida ma, in maniera altrettanto
chiara e limpida, deve avere, senza dirlo, per quella concezione filosofica di
cui si è parlato prima , l’intuizione su ciò che potrà scaturire dalla
discussione.
L’animatore dovrà
prevenire, intuire cosa può uscire da quell’Assemblea e qui comincia il difficile in quanto spesso è
questione di esperienza l’intuire ed anche il saper gestire la discussione.
Tante volte ciò dipende
dal modo com’è presentato il tema.
Il TEMA deve essere
chiaro, preciso e particolare, cioè non
si può all’interno di un argomento, trattare il “tutto”, bensì determinare
l’aspetto singolare perché manchiamo di animatori e coordinatori.
Pertanto c’è bisogno di:
metodo di lavoro, scopi da raggiungere,
tempo di realizzazioni, circostanze particolari, individuazione dei
protagonisti.
E’ naturale che la
conoscenza tecnica deve essere sempre arricchita da creatività e fantasia.
Allora, riassumendo, nel corso di una riunione è importante conoscere il SOGGETTO, accuratamente presentato.
Poi, si passa all’ ANALISI E DISCUSSIONE.
E’ evidente che è difficile trovare due persone che la
pensano allo stesso modo.
“Dare spazio a tutti“ è
molto difficile perché alcuni si prendono tutto lo spazio, altri invece si
aprono con difficoltà: è tuttavia determinante perché la discussione possa
essere aperta.
Bisogna far intervenire
più voci e privilegiare, negli interventi, le articolazioni diverse.
Ecco perché quando si passa alle mozioni finali di solito prassi vuole che il responsabile chieda un parere favorevole ed uno contrario prima di passare alla votazione definitiva.
Bisogna poi evitare la MANIPOLAZIONE E STRUMENTALIZZAZIONE.
Quando si prende solo
“parte del discorso” che uno ha fatto nella totalità, si fa opera di
manipolazione e strumentalizzazione. questo
può capitare A CAUSA PROPRIO DEL COORDINATORE che non deve
sintetizzare solo quello che piace a lui o a causa dell’Assemblea che evidentemente, quando non parla, ascolta
solo parzialmente. In genere c’è una cattiva abitudine in noi: quella di non
ascoltare gli eventi gli interventi degli altri durante la discussione ma
pensare, in silenzio, solo all’eventuale difesa da opporre.
L’Animatore deve soltanto coordinare,
mediare.
Non è colui che si
oppone tutti per “partito preso” ; è vero, talvolta è costretto a farlo, ma lo
deve fare solo e sempre appellandosi ai valori: è questo il compito
dell’autorità.
Secondo la parola di S.
Paolo è AUTORITA’ ciò che “si impone per sé
stesso”.
L’Animatore deve “accordare l’ideale
con la realtà”:
talvolta, nelle analisi, nelle discussioni, si stabiliscono cose bellissime che
poi non si portano a termine: in questo
si deve esercitare la mediazione dell’Animatore.
Quindi accordare ciò che
si stabilisce di fare con il fattibile : concedere molta libertà ma non
digressioni esagerate.
Infatti, non è possibile
fermare la formazione dell’intera fraternità per una spiegazione ad un singolo
il quale non è ancora giunto allo stesso livello per cui, in questi casi, è
preferibile dare ampie spiegazioni a parte senza frustrare gli altri che sono
venuti con altre aspettative e potrebbero non trovare più interresse per quella
formazione.
“BISOGNA ANCORA EVITARE LA SCARNIFICAZIONE E IL SENSO UNICO, MOLTO PERICOLOSO”. Quindi, se qualcuno non
vuole intervenire , non è un dramma. Infatti, non sempre il parlare vuol dire
”partecipare” ma talvolta è esigenza di mettersi in mostra ed anche deviazione
inconscia del problema come avviene quando l’Assemblea cerca di difendersi in
maniera fortemente distruttiva dall’idea dell’ Animatore.
Evitare il senso unico,
molto pericoloso: vale a dire evitare la cristallizzazione su di un argomento;
questo può accadere anche nei Consigli ed ecco perché è ottimo che i membri dei
Consigli la pensino diversamente così da non rischiare di pensarla tutti allo
stesso modo riguardo ad un soggetto o ad una situazione.
E’ evidente però che i
diversi modi di pensare, per
essere costruttivi, devono basarsi
tutti su dei valori.
Altro momento importante
, in una riunione, è trarre decisioni pratiche.
Ricordiamo:
Non sempre però le
riunioni devono concludersi con delle decisioni finali. Certo, bisogna avere
acquisito delle cose, questo sì , ma non sempre la decisione può essere figlia
di un solo incontro.
L’idea unica e
conclusiva è un traguardo che si raggiunge spesso, solo dopo molte tappe.
Nel trarre decisioni pratiche bisogna:
Andiamo a vedere ora come è
valutabile la competenza dell’Animatore.
Innanzitutto nella
disinvoltura nella guida dell’animazione e poi anche nella capacità di
sdrammatizzare. Poi, nella percezione di ciò che sta succedendo qui-ora ed
ancora nella capacità di proiettarsi nel futuro soprattutto in merito a decisioni che vincolano.
Ancora l’ Animatore si impegna a sintetizzare spesso per chiarire gli obiettivi: quando la discussione è molto animata e le idee sono troppe il coordinatore deve richiamare il tema ogni tanto, sintetizzare le varie porzioni per aiutare l’Assemblea.
L’Animatore inoltre sollecita una verifica periodica per chiarire gli obiettivi. Quello che abbiamo fatto è stato fatto? Oppure, quello che si era deciso di fare non era possibile.
Non bisogna quindi avere paura di cambiare oggetto se le condizioni lo richiedono.
“Non è la legge per l’uomo, ma l’uomo per la legge”.
Da questo che abbiamo
detto se ne ricava che:
1a Fase: ogni
soggetto è animatore;
2° momento: l’animazione non è riconducibile ad un atto della vita in
fraternità, ma ingloba tutta
l’esistenza perciò tutta la vita è animazione.
Tuttavia all’interno di
questa animazione generale ci sono delle persone che, per doti innate, per acquisizione e perché scelte dalla
base, hanno in modo particolare responsabilità prioritarie, che per niente
annullano le responsabilità personali.
All’interno di tutto
ciò, mediante il profilo del :
VEDERE: presentazione del soggetto;
Giudicare:
biblicamente, per cui talvolta dovremo anche chiederci se è opportuno fare una cosa anziché un’altra
alla luce della parola di Dio;
agire:
con quella verifica periodica che, se avviene con puntualità, riesce ad offrire
autentiche occasioni di servizio alla fraternità e al singolo.
Riunione ed animazione in
rapporto a:
Assemblea
(articolo Statuto n° 19): è l’organo
rappresentativo della base con potere LEGISLATIVO e DELIBERATIVO.
Qualcuno sarebbe tentato
di dire : allora, l’Assemblea è tutto ed il Consiglio è soltanto esecutivo
dell’Assemblea, ma il senso delle leggi non è
questo.
Non sempre la fraternità
è costituita in assemblea: non tutti i
giorni che ci vediamo siamo in Assemblea.
L’Assemblea deve essere
convocata parecchio tempo prima ed essa comprende, a livello locale, solo i
membri effettivi, cioè coloro che hanno fatto la PROMESSA.
Gli altri possono
partecipare alle varie attività ma non hanno potere decisionale e quindi non possono votare, ma solo
presenziare.
L’Assemblea non può
estendere il diritto di voto a coloro che non hanno fatto la PROMESSA, perciò
devono rispettare lo Statuto.
L’Assemblea locale è in
armonia (cioè in comunione profonda) con quelle di grado superiore
(regionale e nazionale).
Quindi l’Assemblea locale non può decidere una cosa che si contrappone a quella decisa dall’Assemblea Nazionale o Regionale.
L’Assemblea deve
provvedere allo studio dei problemi di notevole importanza spirituale, sociale
e temporale. E’ questa una cosa fondamentale che spetta all’Assemblea accanto
alla responsabilità di prendere decisioni in merito e quindi: 1)vedere; 2)
giudicare; 3) agire.
Consiglio
(vd. “IL NOSTRO VOLTO” n. 22);
Presidente (vd. “IL NOSTRO VOLTO” n. 23)