GIOVENTU’ FRANCESCANA – NAPOLI

 


CORSO DI FORMAZIONE

 

 

NOLA, 1.2.87

 

DESTINATARI: Consiglio Regionale

                            Consigli locali

                            Due Rappresentanti delle fraternità

TEMA: ANIMAZIONE

RELATORE: Fra’ Luigi Monaco

 

 

 

2a RELAZIONE

 

 

 

Fasi di una riunione generica

 

La formazione  e l’animazione sono fattori di  vita che inglobano totalmente l’uomo.

Ora  vogliamo vedere le fasi di una riunione generica.

Ad esempio: ci troviamo in 15-20 persone e non ancora siamo parte della Gi. Fra.; ci troviamo insieme una domenica pomeriggio e tra di noi c’è un’animata discussione sul “che cosa fare”, subito emerge tra di noi una persona che “si mette in luce” per le sue qualità e tutti ci sentiamo trascinati da lui tanto da fare quello che lui ha proposto: questa è una riunione generica.

Altri esempi semplici possono essere: la riunione scolastica, il consiglio di classe, e cosi  via.

Sono cose semplici ma talvolta non ne teniamo conto e dimentichiamo che nella semplicità esiste tanta saggezza.

Infatti, è proprio attraverso queste semplici “forme di riunione  che si può capire bene i meccanismi socio-psicologici, tipici della dinamica di gruppo che si nascondono dietro all’”incontro fraterno”.

Fondamentale in qualsiasi tipo di riunione è la PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO dalla quale l’animatore non può esimersi.

Essa è fondamentale sia nelle riunioni–discussioni che concernono una “decisione collegiale  (le cosiddette “riunioni importanti” o Assemblee) ma anche in quelle riunioni che hanno per scopo la discussione.

Nella riunione–discussione, dopo la presentazione del soggetto c’è la cosiddetta “PROGRESSIONE ANALITICA” fondata sull’applicazione successiva dei tre verbi:

  1. Vedere
  2. giudicare
  3. agire

Per la discussione è fondamentale una presenza costruttiva dell’Animatore il quale non può limitarsi a presentare il soggetto in maniera chiara e limpida ma, in maniera altrettanto chiara e limpida, deve avere, senza dirlo, per quella concezione filosofica di cui si è parlato prima , l’intuizione su ciò che potrà scaturire dalla discussione.

L’animatore dovrà prevenire, intuire cosa può uscire da quell’Assemblea e  qui comincia il difficile in quanto spesso è questione di esperienza l’intuire ed anche il saper gestire la discussione.

Tante volte ciò dipende dal modo com’è presentato il tema.

Il TEMA deve essere chiaro, preciso e particolare, cioè  non si può all’interno di un argomento, trattare il “tutto”, bensì determinare l’aspetto singolare perché manchiamo di animatori e coordinatori.

Pertanto c’è bisogno di: metodo di lavoro, scopi da raggiungere, tempo di realizzazioni, circostanze particolari, individuazione dei protagonisti.

E’ naturale che la conoscenza tecnica deve essere sempre arricchita da creatività e  fantasia.

Allora, riassumendo, nel corso di una riunione è importante conoscere il SOGGETTO, accuratamente presentato.

Poi, si passa all’ ANALISI E  DISCUSSIONE.

E’ evidente che  è difficile trovare due persone che la pensano allo stesso modo.

Dare spazio a tutti“ è molto difficile perché alcuni si prendono tutto lo spazio, altri invece si aprono con difficoltà: è tuttavia determinante perché la discussione possa essere aperta.

Bisogna far intervenire più voci e privilegiare, negli interventi, le articolazioni diverse.

Ecco perché quando si passa alle mozioni finali di solito prassi vuole che il responsabile chieda un parere favorevole ed uno contrario prima di passare alla votazione definitiva.

Bisogna poi evitare la MANIPOLAZIONE E STRUMENTALIZZAZIONE.

Quando si prende solo “parte del discorso” che uno ha fatto nella totalità, si fa opera di manipolazione  e strumentalizzazione. questo può capitare A CAUSA PROPRIO DEL COORDINATORE che non deve sintetizzare solo quello che piace a lui o a causa dell’Assemblea che  evidentemente, quando non parla, ascolta solo parzialmente. In genere c’è una cattiva abitudine in noi: quella di non ascoltare gli eventi gli interventi degli altri durante la discussione ma pensare, in silenzio, solo all’eventuale difesa da opporre.

L’Animatore deve soltanto coordinare, mediare.

Non è colui che si oppone tutti per “partito preso” ; è vero, talvolta è costretto a farlo, ma lo deve fare solo e sempre appellandosi ai valori: è questo il compito dell’autorità.

Secondo la parola di S. Paolo è AUTORITA’ ciò che “si impone per sé  stesso”.

L’Animatore deve “accordare l’ideale con la realtà: talvolta, nelle analisi, nelle discussioni, si stabiliscono cose bellissime che poi non si  portano a termine: in questo si deve esercitare la mediazione dell’Animatore.

Quindi accordare ciò che si stabilisce di fare con il fattibile : concedere molta libertà ma non digressioni esagerate.

Infatti, non è possibile fermare la formazione dell’intera fraternità per una spiegazione ad un singolo il quale non è ancora giunto allo stesso livello per cui, in questi casi, è preferibile dare ampie spiegazioni a parte senza frustrare gli altri che sono venuti con altre aspettative e potrebbero non trovare più interresse per quella formazione.

BISOGNA ANCORA EVITARE LA SCARNIFICAZIONE E IL SENSO UNICO, MOLTO PERICOLOSO”. Quindi, se qualcuno non vuole intervenire , non è un dramma. Infatti, non sempre il parlare vuol dire ”partecipare” ma talvolta è esigenza di mettersi in mostra ed anche deviazione inconscia del problema come avviene quando l’Assemblea cerca di difendersi in maniera fortemente distruttiva dall’idea dell’ Animatore.

Evitare il senso unico, molto pericoloso: vale a dire evitare la cristallizzazione su di un argomento; questo può accadere anche nei Consigli ed ecco perché è ottimo che i membri dei Consigli la pensino diversamente così da non rischiare di pensarla tutti allo stesso modo riguardo ad un soggetto o ad una situazione.

E’ evidente però che i diversi modi  di pensare, per essere  costruttivi, devono basarsi tutti su dei valori.

Altro momento importante , in una riunione, è trarre decisioni pratiche.

Ricordiamo:

  1. vedere
  2. giudicare (inteso in senso biblico, cioè in base al Vangelo o allo Statuto)
  3. agire (trarre decisioni pratiche).

Non sempre però le riunioni devono concludersi con delle decisioni finali. Certo, bisogna avere acquisito delle cose, questo sì , ma non sempre la decisione può essere figlia di un solo  incontro.

L’idea unica e conclusiva è un traguardo che si raggiunge spesso, solo dopo molte tappe.

Nel trarre decisioni pratiche bisogna:

  1. mettere in comune le decisioni e notare le differenze;
  2. prendere appunti anche per l’animatore, in modo da selezionare i vari interventi ed essere obiettivo nella sintesi finale. Da qui nasce anche un invito a  scrivere i verbali in modo da crescere nell’analisi obiettiva;
  3. accogliere inizialmente anche le più grandi fesserie ma poi tornarci sopra si da avere un colloquio a parte con il singolo soggetto per chiarire ed evitare che il problema del singolo blocchi la  discussione.

 

Andiamo a vedere ora come è  valutabile la competenza dell’Animatore.

Innanzitutto nella disinvoltura nella guida dell’animazione e poi anche nella capacità di sdrammatizzare. Poi, nella percezione di ciò che sta succedendo qui-ora ed ancora nella capacità di proiettarsi nel futuro soprattutto in merito a  decisioni che vincolano.

Ancora l’ Animatore si impegna  a sintetizzare spesso per chiarire gli obiettivi: quando la  discussione è molto animata e le idee sono troppe il coordinatore deve richiamare il tema ogni tanto, sintetizzare le  varie porzioni per  aiutare l’Assemblea.

L’Animatore inoltre sollecita una verifica periodica per chiarire gli obiettivi. Quello che abbiamo fatto  è stato fatto? Oppure, quello che si era deciso di fare non era possibile.

Non bisogna quindi  avere paura di cambiare oggetto se le condizioni lo richiedono.

“Non è la legge per l’uomo, ma l’uomo per la legge”.

Da questo che abbiamo detto se ne ricava che:

1a  Fase: ogni soggetto è animatore;

2° momento: l’animazione non  è riconducibile ad un atto della vita in fraternità, ma  ingloba tutta l’esistenza perciò tutta la vita è animazione.

Tuttavia all’interno di questa animazione generale ci sono delle persone  che, per doti innate, per acquisizione e perché scelte dalla base, hanno in modo particolare responsabilità prioritarie, che per niente annullano le responsabilità personali.

All’interno di tutto ciò, mediante il profilo del :

VEDERE:  presentazione del soggetto;

Giudicare: biblicamente, per cui talvolta dovremo anche chiederci se  è opportuno fare una cosa anziché un’altra alla luce della parola di Dio;

agire: con quella verifica periodica che, se avviene con puntualità, riesce ad offrire autentiche occasioni di servizio alla fraternità e al singolo.

 

 

 

Riunione ed animazione in rapporto a:

 

Assemblea (articolo Statuto n° 19):  è l’organo rappresentativo della base con potere LEGISLATIVO  e  DELIBERATIVO.

Qualcuno sarebbe tentato di dire : allora, l’Assemblea è tutto ed il Consiglio è soltanto esecutivo dell’Assemblea, ma il senso delle leggi non è  questo.

Non sempre la fraternità è  costituita in assemblea: non tutti i giorni che ci vediamo siamo in Assemblea.

L’Assemblea deve essere convocata parecchio tempo prima ed essa comprende, a livello locale, solo i membri effettivi, cioè coloro che hanno fatto la PROMESSA.

Gli altri possono partecipare alle varie attività ma non hanno potere decisionale  e quindi non possono votare, ma solo presenziare.

L’Assemblea non può estendere il diritto di voto a coloro che non hanno fatto la PROMESSA, perciò devono rispettare lo Statuto.

L’Assemblea locale è in armonia (cioè in comunione profonda) con quelle di grado superiore (regionale  e nazionale).

Quindi l’Assemblea locale non può decidere una cosa che si contrappone a quella decisa dall’Assemblea  Nazionale o Regionale.

L’Assemblea deve provvedere allo studio dei problemi di notevole importanza spirituale, sociale e temporale. E’ questa una cosa fondamentale che spetta all’Assemblea accanto alla responsabilità di prendere decisioni in merito  e quindi:  1)vedere; 2) giudicare; 3) agire.

Consiglio (vd. “IL NOSTRO VOLTO” n. 22);

Presidente (vd. “IL NOSTRO VOLTO” n. 23)